I Fuochi di San Giuseppe

La tradizione dei fuochi di San Giuseppe è la più antica tra quelle itrane che sono sopravvissute al tempo. Si tratta di una festa popolare che ha saputo unire, lungo secoli e percorsi complessi, elementi del paganesimo con la nuova fede cristiana, portando fino a noi i riti millenari del fuoco.

Le sue radici si perdono nella storia e fino a qualche anno fa si creava una vera e propria sfida tra i rioni che coinvolgeva principalmente i più giovani. Questi cominciavano diversi mesi prima la raccolta della legna nei boschi circostanti e portavano in paese intere piante che venivano celate in posti spesso ricavati da case disabitate o in nascondigli improvvisati.

Giungeva poi il giorno tanto atteso e tutto il rione si dava da fare per costruire il falò, il più alto e il più robusto possibile, in modo che il fuoco potesse liberare al massimo la propria energia e trionfare simbolicamente sulla gara con gli altri rioni.

Negli ultimi tempi la tradizione si era affievolita a causa del giusto divieto di tagliare cespugli ed alberi. Successivamente, per mantenere viva questa bella e suggestiva tradizione, l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Guardia Forestale, ha pensato di fornire la legna necessaria evitando il disboscamento incontrollato.

La tradizione si celebra il 19 Marzo, in occasione di San Giuseppe. In passato, con la fine dei mesi più freddi, i falegnami facevano ordine nelle loro botteghe ammassando all’esterno i residui delle lavorazioni ai quali veniva poi appiccato il fuoco. L’evento era un momento di divertimento per i bambini, ma anche un’occasione di festa e di gratitudine dei falegnami verso il Santo, che era falegname di mestiere. Più si era lavorato infatti, più resti legnosi si accumulavano e, quindi, il fuoco diventava più maestoso.

Oggi i fuochi sono anche un’occasione per assaggiare i prodotti tipici locali (zeppole fritte, salsiccia secca e alla brace, formaggio marzolino, olive, fagioli, pasta al sugo di salsiccia, bruschetta olio e pomodoro, cinghiale), per condividere, per celebrare, per incontrare amici e per ascoltare della buona musica popolare, rinnovando così l’antico senso di ospitalità della comunità itrana.

  1. Rione SAN GENNARO – Largo Luigina Sinapi
    Musica: A Paranza d’o’ Tramuntan
    Degustazioni: bruschetta al pomodoro, salsiccia secca, marzolino, olive, carciofini e cicerchie
  2. Rione SAN GENNARO – Largo dei Campi
    Musica: Piccolo Laboratorio Popolare
    Degustazioni: penne al sugo di salsiccia, olive e pane alle olive
  3. Rione PIAZZALE G. RODARI
    Musica: Popolare Songo
    Degustazioni: polenta al sugo di cinghiale, spezzatino di capra, spezzatino di cinghiale, salsiccia alla brace, hamburger di cinghiale e olive
  4. Rione PIAZZA INCORONAZIONE (di Lello)
    Musica: Briganti dell’Appia
    Degustazioni: salsiccia alla brace, bruschette all’olio, frittelle alle olive e alla borragine
  5. Rione CAVONE
    Musica: Malerva
    Degustazioni: polenta al sugo di salsiccia
  6. Rione STRACCIO
    Musica: Aranira
    Degustazioni: polenta al sugo di salsiccia
  7. Rione MADONNA DELLE GRAZIE
    Musica: Bedendo & Hard Rock Band
    Degustazioni: salsiccia alla brace
  8. Rione PORTA MAMURRA – Torre Coccodrillo
    Musica: Sax sotto le stelle con Antonio Palladino
    Degustazioni: maialino arrosto e patate, olive, marzolino, bruschetta e salsiccia secca
  9. Rione SANT’ANGELO – Tarita
    Musica: I Dissonanti
    Degustazioni: salsiccia alla brace, fagioli con le cotiche, taritelle e bignè di San Giuseppe
  10. Rione SAN MARTINO – Largo Staurenghi
    Musica: Capa d’Asino
    Degustazioni: bruschette, salsiccia arrosto, frittate, marzolino e un assaggio di pane arabo

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