Santuario della Madonna della Civita

Sull’altura di monte Fusco erge in tutta la sua maestosità il Santuario della Madonna della Civita. Le prime notizie sulla struttura sono risalenti al 1147, le quali parlano di una donazione fatta da un notaio di Itri e da sua moglie, all’abate del monastero, Riccardo, per il restauro della chiesetta della Madonna della Civita, affidata alla custodia di Fra’ Bartolomeo. È solo nel 1491, che il Santuario iniziò ad avere l’attuale caratteristica. I cittadini di Itri, infatti, fecero pressione sul vescovo di Gaeta per avere una chiesa più grande. Il desiderio degli itrani fu esaudito e la nuova chiesa fu consacrata da monsignore Francesco Patrizi, che la dedicò all’Immacolata, riprendendo l’idea elaborata nel Concilio di Basilea pochi anni prima che aveva incoraggiato a venerare Maria.
In realtà la creazione del Santuario è legata alla tradizione popolare. La tradizione narra che durante la persecuzione iconoclasta organizzata dall’imperatore Leone Isaurico a Costantinopoli, nell’ottavo secolo, due monaci basiliani vennero scoperti dai soldati con il dipinto su legno della Madonna. Chiusi in una grande cassa insieme ad esso, furono catapultati in mare. Dopo 54 giorni, questa cassa galleggiante arrivò sulle sponde di Messina e in seguito a Gaeta. Nella cittadina il quadro fu esposto all’adorazione dei fedeli, ma di lì a poco tempo il quadro scomparve e venne ritrovato sul monte Civita, vicino Itri, da un pastore sordo-muto che era alla ricerca di una sua bestia smarrita. Alla vista del dipinto il giovane riacquistò l’udito e la parola e corse giù a Itri a dare la notizia del quadro prodigioso trovato su un albero. Fu così che il quadro fu dato in custodia ai monaci benedettini presso il Santuario.
La chiesa è composta da tre navate: quella centrale è la più estesa e vi è collocato l’altare maggiore, unitamente al quadro della Madonna della Civita protetto da una lastra di cristallo. L’altare è composto da marmi ed intarsi di scuola napoletana, opera del maestro Filippo Pecorella, ed è circondato da una balaustra (ricca di intarsi di pregio). La volta è contrassegnata da decorazioni che raffigurano alcuni degli avvenimenti più importanti che caratterizzarono la nascita e la storia del Santuario. Questi ultimi sono stati eseguiti nel 1919 da San Cozzolino di Napoli, e poi ritoccati dal prof. A. Rollo di Bari. Nella parte conclusiva delle navate laterali, sono collocati due altari dedicati a san Gioacchino (sulla sinistra) e a Sant’Anna (sulla destra). La chiesa è allestita, inoltre, con un coro ligneo del XVIII secolo ed un organo a canne. In una delle sale, esattamente quella in fondo alla navata laterale di sinistra, sono custodite moltissime reliquie: oggetti preziosi e paramenti sacri donati da fedeli e pellegrini (compresi quelli di Pio IX). All’interno del santuario è possibile trovare le teli della Natività, ispirata dalla scuola napoletana, una Madonna con San Francesco di Paola e l’Assunta più una copia della Madonna della Civita su legno, di Sebastiano Conca.